La transumanza è un’attività che integra tradizione, ecosotenibilità delle produzioni zootecniche e prodotti “tipici”. In quest’ottica l’Italia ha candidato il concetto e le attività della transumanza a essere riconosciute quale patrimonio culturale dell’umanità. Il ministero delle Politiche agricole, che ha coordinato la redazione del dossier di candidatura, ha comunicato è stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale che porterà alla decisione da parte del Comitato di governo dell’Unesco nel novembre 2019. Alla proposta avanzata dal Governo italiano e da attivisti del Molise si sono unite anche Austria e Grecia.
Il progetto nasce nel 2015. A muoversi per primi un gruppo di attivisti del Molise, decisi a valorizzare il lavoro dei pastori transumanti della loro regione, a cui si sono accodati i pastori campani, laziali, pugliesi e abruzzesi. Se è vero che la transumanza segna la cultura agropastorale dell’intera penisola italiana, a praticarla ancora oggi sono i pastori delle regioni del centro e del mezzogiorno d’Italia, con qualche eccezione nelle prealpi lombarde e in Val Senales, in Alto Adige. Dalle valli dell’Alto Adige al Tavoliere ed alla Sardegna, una ricchezza tenuta in piedi da 60 mila allevamenti che ora cerca riconoscimento internazionale per la sua tradizione che lega comunità e territorio.
Se ne parla il 20 maggio a Cuccaro Vetere. Scarica il programma.
Lascia un commento