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Medicina Veterinaria e Protezione Civile, non si perda il lavoro fatto finora

Salvatore Medici . 21 Novembre 2018 Comunicati Stampa

Il rapporto tra la Medicina veterinaria e la Protezione civile è consolidato ed antecedente al 1992 quando con la legge 225/92 venne istituito il Servizio nazionale di P.C. Dal 1992, la presenza della Veterinaria nella Protezione civile è stata constante ed importante. Il Prof. Adriano Mantovani fu dal 1992 componente della Commissione Grandi Rischi e un veterinario del DPC.

Tutte le emergenze, sia in Italia che all’estero, gestite dalla Protezione civile hanno visto la partecipazione attiva dei veterinari. La mostra 1980-2010: 30 anni di medicina veterinaria delle catastrofi testimonia il lavoro svolto in questi anni  (https://www.cervene.it/mostra-itinerante/).

In tutte le ordinanze di Protezione civile sono state sempre inserite gli aspetti legati alle attività veterinarie per sostenere il comparto agro-zooetcnico-caseario e per favorire le attività del comparto alimentare in situzioni di emergenza.

Franco Barberi, sottosegretario di Stato alla Protezione civile, nel 1998 firmava le linee-guida per l’azione veterinaria nelle emergenze non epidemiche e con il decreto ministeriale del 13 febbraio 2001, tra i criteri di massima per i soccorsi sanitari nelle catastrofi, si inseriva la Sanità umana e veterinaria. Di recente, nei nuovi LEA del 2017 (Livelli essenziali di assistenza sanitaria), vengono riaffermate le attività relative alla gestione delle emergenze conseguenti a fenomeni naturali.

Inoltre, nell’obiettivo 2.10 del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 è stato inserito il tema della gestione delle emergenze.

Infine, il nuovo codice della Protezione civile (decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018) prevede esplicitamente le attività di soccorso e assistenza agli animali, inserendo la tutela degli animali tra le attività che caratterizzano la funzione di Protezione civile.

Di recente, in riferimento al nuovo codice della Protezione civile, è stato firmato un protocollo d’intesa tra le associazioni animaliste e il dipartimento di Protezione civile ed è stato avviata un’attività di collaborazione per definire il ruolo e le sinergie da attivare in situazioni di emergenza per la tutela degli animali d’affezione

(http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_new.wp?contentId=NEW70451).

Il lavoro dei veterinari svolto nella Protezione civile in questi anni è notevole e il documento di Pertosa del 2010 è la prova dell’interesse che tutta la categoria ha attribuito a questa esperienza (http://www.associazionenazionaledisastermanager.it/1/upload/veterinaria.pdf).

Ed è per questo che riteniamo che sia necessario strutturare l’impegno dei veterinari nella P.C., inserendo in maniera organica le attività veterinarie nel sistema complesso di Protezione civile sia a livello centrale DPC che nelle Regione e nelle Province autonome.

In quest’ottica, tutte le componenti sono chiamate ad attivarsi.

Il ruolo della FNOVI è centrale in quanto rappresenta la Veterinaria ma tutti sono chiamati per quanto di specifica competenza, il Ministero, le Regioni, l’Università, le Associazioni e le Società scientifiche, l’ISS, gli IIZZSS, il Sindacato, per dare un contributo al fine di valorizzare le attività veterinarie nel sistema complesso di P.C.

Purtroppo, nonostante i passi avanti compiuti, a settembre abbiamo assistito a una brusca frenata che rischia di annullare (con una grave omissione) gli sforzi fatti finora nell’ambito della Sanità e della Protezione civile (https://www.cervene.it/protezione-civile-diamo-dignita-e-riconoscimento-allarea-biomedica/).

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