La filiera alimentare non chiude. Tutte le attività, direttamente o indirettamente necessarie, legate al regolare funzionamento della filiera restano aperte e “sono in campo”.
La Sanità Pubblica, in questa emergenza, è in trincea e tutto il Paese è riconoscente. Non verrà, infatti, dimenticato il lavoro svolto da tutti gli operatori sanitari che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri. In tutti questi anni, purtroppo, è accaduto che la sanità pubblica sia stata mortificata da tagli selvaggi alle risorse economiche. Le contrazioni si sono particolarmente avvertite nelle regioni con commissariamento della sanità e attuazione di piani di rientro dal disavanzo che hanno determinato blocco dei concorsi, blocco del turnover, chiusure di ospedali, accorpamento di funzioni e servizi. Tutto sconfinato in una penuria così grave da determinare, in alcuni punti strategici (cure primarie, prevenzione, screening, ecc.) vere e proprie sofferenze gestionali.
Abbiamo le trincee di prima linea, come quella dei sanitari nelle strutture ospedaliere, ma ci sono anche le trincee di appoggio e quelle di riserva.
Gli operatori del settore alimentare OSA, ad esempio, sono da considerare, in questa emergenza, fondamentali per le comunità colpite, in quanto i contadini, gli allevatori sono nei campi per sostenere il Paese ed assicurare l’approvvigionamento dei beni di prima necessità. Assicurano, quindi, servizi essenziali e, consapevoli del ruolo e del rischio, garantiscono, per la proprio parte, la tenuta del sistema economico e produttivo.
Grazie, quindi, a tutte le lavoratrici e i lavoratori della filiera agroalimentare italiana!
Il Governo deve impegnarsi per tutelare e salvaguardare la salute degli operatori del settore alimentare, assicurando loro il contenimento dei rischi e garantire, attraverso un sistema di sorveglianza attiva da parte dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie, la salute delle lavoratrici e dei lavoratori che sono “in campo” per assicurare cibo sano e di qualità.
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