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Seggi elettorali per una campagna di vaccinazione di massa

CeRVEnE . 15 Marzo 2021 ARTICOLI SUL CeRVEnE

Siamo ormai nel pieno del secondo anno della pandemia di covid 19. Lo scorso anno nel mese di marzo si era cominciato a comprendere l’importanza del fenomeno e, in carenza sia di efficaci e sperimentati approcci terapeutici delle forme più gravi di malattia, sia di mezzi di prevenzione del contagio diversi dal distanziamento o dai mezzi di barriera, mascherine o schermi peraltro indisponibili nelle misure necessarie, si dovette giustamente optare per due mesi per un confinamento assoluto (lockdown) di tutta la popolazione, fatta eccezione per quella impiegata nei servizi essenziali.

Insieme però agli ingenti lutti e ai disagi socioeconomici che colpivano trasversalmente tutta la società, peraltro rinnovatisi nel corrente autunno inverno, si è registrata una straordinaria e collaborativa gara degli istituti di ricerca di tutto il globo nella individuazione delle modalità di diffusione del contagio, di manifestazione della malattia e delle migliori possibili strategie terapeutiche e preventive.

Particolare e immediato impegno fu messo nella individuazione delle caratteristiche genetiche del virus e delle sue modalità di penetrazione nell’organismo umano, finalizzata alla messa a punto di vaccini efficaci. In poco meno di un anno essendo  stati messi a punto, testati e validati come efficaci numerosi vaccini , di cui già tre sono al momento disponibili in Europa, si intravede una via di uscita a questa dura prova, condizionata, tuttavia, dalla effettiva disponibilità di quantità di vaccino utili a proteggere tutta la popolazione sia in maniera diretta , con la somministrazione del vaccino, sia in maniera indiretta per l’impossibilità di circolazione del virus, laddove sia vaccinata o comunque immune una quota di popolazione non inferiore all’80% (immunità di gregge).

Prescindendo dai contesti e dalle motivazioni politico amministrative europee e nazionali che non hanno consentito di garantire con tempestività la fornitura dei previsti quantitativi di vaccino, la quota di popolazione italiana vaccinata è inferiore a quella programmata: al 7 marzo 3.687.667 prime dosi pari al 6.18% della popolazione generale e 1.631.765 vaccinati con due dosi pari al 2.74 % della popolazione generale.

Pare, tuttavia, che a partire da questo mese di marzo, e ancora maggiormente da aprile e nei mesi successivi, saranno disponibili quantitativi consistenti di vaccini, tali da indurre il governo italiano a preconizzare la somministrazione di almeno una dose a tutta la popolazione entro l’inizio della stagione estiva.

Gli scenari e le diverse opzioni organizzative

Si delineano, pertanto, per il futuro due scenari: il primo, che è come quello che stiamo vivendo, con quantitativi di vaccino esigui e forniti a singhiozzo, nel quale sono adeguati servizi ad hoc e di grosse dimensioni che, con attività stop and go, e individuando volta per volta i gruppi a rischio prioritari, assicurano la tempestiva somministrazione delle dosi contingentate fornite; il secondo, che è quello che si auspica per il futuro prossimo, e al quale comunque stanno lavorando a livello globale i centri di ricerca e le industrie farmaceutiche, è la capacità del sistema industriale di fornire rapidamente ingenti quantità di vaccini, aggiornati, peraltro, ad eventuali nuove varianti genetiche.

Per quest’ultimo scenario, che è quello che prende in considerazione questa riflessione, risulta fondamentale ipotizzare soluzioni organizzative che, ad un tempo, concentrino  temporalmente l’impegno vaccinale e dilatino le sedi di somministrazione, garantendo la massima prossimità geografica alla popolazione, superando, con la concentrazione dell’intervento in pochi giorni, la necessità di individuare priorità fra le categorie a rischio.

A fronte, pertanto, della disponibilità dei giusti quantitativi di vaccino, in primis di quelli maggiormente maneggevoli per le modalità di conservazione, come Modern , Astra Zeneca e, si spera in tempi brevi, Johnson and Johnson, risulta fondamentale ipotizzare modalità organizzative che permettano di vaccinare nei tempi più brevi possibili il maggior numero di persone così da raggiungere il più alto grado di protezione individuale e collettiva e di rimettere in moto la società: nessuno sforzo umano ed economico in tal senso è attualmente maggiormente giustificato e ciò in base a considerazioni sia etiche che economiche.

Vaccinare la popolazione bersaglio in una settimana o meno, piuttosto che in due mesi o più, rappresenta la possibilità di bloccare in un mese la pandemia con risparmio di vite, risparmio di risorse umane ed economiche impegnate nella cura della covid 19, decongestione di strutture ospedaliere, ripresa delle attività di cura e prevenzione delle patologie non covid19, ripresa anticipata dell’economia in concorrenza con i competitor internazionali.

Le sezioni elettorali come luogo privilegiato di prossimità alla popolazione per una campagna vaccinale di massa

Le votazioni, in occasione di consultazioni politiche o amministrative, rappresentano la modalità con cui si esprime la volontà della popolazione: ciascun cittadino è iscritto nelle liste elettorali del Comune di residenza e, in base all’indirizzo del domicilio, in una sezione elettorale.

La scelta organizzativa alla base delle consultazioni elettorali, cioè la molteplicità di sedi, la prossimità alle popolazioni in ciascun Comune, grande o piccolo che sia, il numero non esorbitante di iscritti per ciascuna sezione elettorale, la concentrazione nel tempo delle attività elettorali, è finalizzata a garantire a tutti, e nel modo più semplice, e rapido l’esercizio del voto. Tutte queste caratteristiche organizzative coincidono con quelle necessarie per vaccinare tempestivamente tutta la popolazione, tanto più per il fatto che la popolazione target delle vaccinazioni anti covid19, cioè quella superiore ai 18 anni, coincide con quella iscritta nelle liste elettorali.

Ciascun seggio è dotato di personale addetto al riconoscimento e alla registrazione del voto. In occasione delle consultazioni elettorali in 2 giorni, dalle 7 alle 23 della domenica e dalle 7 alle 15 del lunedì,cioè in 24 ore di accesso si garantisce la possibilità di voto di tutti gli iscritti nelle liste elettorali, ciascuno dei quali, dopo essere stato identificato e fornito di schede e matita,firma il registro,  esprime il proprio voto in cabina e inserisce in apposita urna la scheda: il tutto in un tempo che si può ipotizzare non inferiore ai 5/6 minuti procapite, poco meno del tempo necessario per accettazione e somministrazione del vaccino, dopo aver firmato precedentemente un consenso informato.

Relativamente al numero atteso di vaccinazioni da effettuare per ogni unità di somministrazione coincidente con una sezione elettorale, considerando che:

  • Fino ad oggi sono stati vaccinati con 1 o 2 dosi 5.319.432 circa il 9% della popolazione generale ma che tale numero rappresenta l’11,3% della popolazione target (>ai 18 anni);
  • dall’inizio della pandemia si contano circa 3.000.000 di casi (6,3% della popolazione >18 anni), che potrebbero avere una vaccinazione differita rispetto ai completamente suscettibili;
  • pur con una campagna di offerta attiva del vaccino è impensabile raggiungere una adesione una superiore all’80%
  • in ciascuna sezione elettorale sono iscritti circa 900 aventi diritto al voto

possiamo ipotizzare che nel mese di aprile, quando saranno disponibili i vaccini, l’obiettivo realistico sia di vaccinare non più del 65% della popolazione target che, tradotto in termini di platea della singola sezione elettorale, significa dovere vaccinare circa 580 dei 900 iscritti.

Si può ipotizzare, pertanto, che con una campagna di vaccinazione di massa in cui per il target vaccinale di ciascuna sezione elettorale ( circa 580 persone) siano presenti  due operatori non sanitari addetti all’accettazione, due sanitari (infermieri o medici) addetti alla inoculazione del vaccino, un medico cross per tutte le sezioni afferenti alla stessa sede,  per 18 h al giorno per 3 giorni, si riesca a vaccinare tutti gli aderenti di una lista anagrafica elettorale: ciò considerando che si possano effettuare dalle 10 alle 12 somministrazioni per  ora.

I vantaggi di effettuare una campagna di vaccinazione di massa nelle scuole già sedi di sezioni elettorali ed in un tempo ristretto sono di diverso tipo:

  1. La disponibilità di sedi istituzionali uniformemente diffuse sul territorio e capillarmente prossime alla popolazione, con eliminazione della necessità di spostamenti con mezzi di trasporto pubblici o privati;
  2. La disponibilità delle liste anagrafiche coincidenti con quelle elettorali;
  3. Il superamento della necessità di individuare target prioritari nella misura in cui si prevede di vaccinare tutti in pochi giorni.
  4. Lo sforzo concentrato nel tempo, con ricorso a prestazioni straordinarie e/o a volontariato (protezione civile, croce rossa etc) consente di non sospendere le attività ordinarie dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali;
  5. La veloce immunizzazione di massa riduce rapidamente l’incidenza di nuovi contagi e il carico di prestazioni ad hoc dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri;
  6. Nel giro di un mese potrebbero essere eliminate le restrizioni di movimento e le esigenze di distanziamento che pregiudicano tutte le attività economiche e sociali.

Simulazione sul campo

Per esemplificare il meccanismo, e renderlo leggibile rispetto a quanto ipotizzato nel modello proposto, si riporta di seguito la configurazione organizzativa del Comune di Napoli (simile in scala a quella di qualsiasi altro grande/medio Comune) dove per una popolazione in età di voto di circa 805.000 cittadini sono presenti 886 sezioni, raggruppate in 219 luoghi, essenzialmente costituiti da edifici scolastici, omogeneamente distribuiti sul territorio; a ciascuna sezione o seggio elettorale afferiscono circa 900 potenziali elettori.

Se si volesse offrire alla popolazione residente nel Comune di Napoli la vaccinazione a tutta la popolazione superiore ai 18 anni in 3 giorni, attesa la disponibilità di sufficienti quantità di vaccino, sarebbe necessaria:

  • la fornitura da parte del Comune delle liste anagrafiche per sezione elettorale;
  • la predisposizione di una piattaforma informatica per l’accettazione registrazione della prestazione vaccinale;
  • La necessaria attività logistica finalizzata alla fornitura quotidiana del vaccino, fornita dall’esercito/protezione civile eventualmente anche in collaborazione con corrieri privati;
  • la possibilità di conservazione in loco dei vaccini con la garanzia di rispetto della catena del freddo, cosa possibile con i vaccini Moderna, Astra Zeneca e Johnson e Johnson;
  • l’allestimento di 2 postazioni per la accettazione e 2 box per la inoculazione del vaccino per ciascuna sezione elettorale;

la dotazione di farmaci e supporti salvavita per ciascuna sezione;

  • la presenza di personale delle forze dell’ordine/esercito per la vigilanza;
  • la presenza di volontari della protezione civile per l’accoglienza e per la regolarizzazione delle file;
  • il reclutamento del personale addetto alla accettazione, alla somministrazione del vaccino, alla sorveglianza sanitaria e al trattamento delle reazioni immediate.

Considerando le 886 sezioni elettorali di Napoli, raggruppate in 219 luoghi, e i 3 giorni di attività, con 3 turni per giorno di 6 ore (06-12, 12-18, 18-24) sarebbero necessari per ciascun turno:

  • 1772 operatori sanitari e 1772 operatori/volontari per l’accettazione/registrazione
  • 219 medici, uno per ciascuna sede raggruppante più seggi
  • 886 volontari per l’accoglienza

Il fabbisogno di personale sanitario (infermieri o medici) per la somministrazione per giorno di attività, considerando che ciascuna unità non dovrebbe espletare più di un turno di 6 ore, ammonta quindi a circa 6000 unità al giorno. Tale personale potrebbe essere reperito facendo ricorso a prestazioni straordinarie e/o a volontariato di personale medico e infermieristico sia dell’Azienda sanitaria Locale che delle aziende ospedaliere e universitarie e del privato convenzionato, ai medici di famiglia (circa 800 per il territorio cittadino), ai medici specialisti, ai medici in quiescenza. Se si considera che la sola Asl 1, attualmente, conta nei suoi organici 1280 medici e 2685 infermieri, si comprende come lo sforzo richiesto per la campagna di vaccinazione di massa così organizzata può essere sicuramente affrontato.

Sarebbe un grosso slancio di solidarietà e di impegno concentrato nel tempo come quello, ricordato da Roberto Burioni, degli inglesi che con natanti di ogni tipo e dimensione evacuarono da Dunkerque il corpo di spedizione inglese in Francia nel secondo conflitto mondiale.

Per il fabbisogno di personale non sanitario per l’accoglienza e l’accettazione andrebbe fatto riferimento in primis ai volontari della protezione civile e di ogni altra associazione di volontariato.

L’organizzazione della campagna a livello locale, sotto la direzione di esercito e protezione civile che dovrebbero assicurare la logistica e le forniture, dovrebbe vedere in prima linea la catena di comando rappresentata da Direzioni aziendali Asl e Direzioni dei Distretti sanitari locali che hanno, queste ultime, uno stretto contatto con tutti gli operatori sanitari del territorio, pubblici o privati che siano ed una conoscenza di prossimità dei luoghi e delle comunità.

di Raffaele Palombino – medico chirurgo

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