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Corso Agenda 2030. Obiettivo 2, fame zero

Salvatore Medici . 3 Novembre 2021 ARTICOLI SUL CeRVEnE

di Alessandra Tesone e Chiara Iannaccone

Il 29 ottobre 2021 si è svolto, presso il Castello Angioino Aragonese di Agropoli (SA), il secondo incontro del ciclo di Seminari “Agenda 2030: per una prevenzione sostenibile”.

Il seminario dedicato all’approfondimento dell’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 – FAME ZERO: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile – ha visto in apertura l’intervento del Dott.re Lorenzo Giovanni Bellù, Senior Economist della FAO, dal titolo “Scenari alternativi futuri dei sistemi agroalimentari”.

Il rapido degrado dei suoli, dei fiumi, degli oceani e delle foreste sta esercitando crescenti pressioni sulle risorse dalle quali dipendiamo e si fa sempre più urgente il bisogno di un cambiamento profondo nel sistema mondiale agricolo per garantire la sicurezza alimentare a livello globale.

Il rapporto The future of food and agriculture – Alternative pathways to 2050, presentato dal Dott.re Bellù, mostra come un impiego diffuso delle nuove tecnologie nel settore agricolo consentirebbe la produzione di una maggiore quantità di cibo al costo di uno stress minore delle risorse ambientali. In un futuro estremamente incerto, simulare scenari a lungo termine permette di immaginare e costruire percorsi alternativi per la promozione sistemi agroalimentari più sostenibili e stabili.

Per perseguire l’eliminazione della fame, strettamente connessa ai cambiamenti climatici e alla povertà, è necessario non solo spingere verso l’adozione di modelli di agricoltura sostenibile ma diffondere modelli di consumo alternativi che riescano a garantire un’efficace riduzione degli sprechi alimentari. La sicurezza alimentare per la FAO non è soltanto una questione igienico sanitaria, ma è rappresentata dalla possibilità di poter alimentare correttamente tutti.

La Dott.ssa Marilyna Aloia, Direttrice del distretto Sanitario 70 dell’ASL di Salerno, ha sottolineato l’importanza del ruolo degli enti sanitari locali come ASL, distretti e presidi ospedalieri nel garantire a tutti un’alimentazione corretta. Ribadendo quanto tutte le energie e le professionalità degli operatori del settore siano votate al benessere dell’unicum, l’uomo.

Un cambiamento radicale è d’obbligo, non soltanto per i produttori ma anche per i consumatori, per l’obiettivo comune di migliorare le produzioni e ridurre allo stesso tempo gli sprechi. Quest’ultimo punto è stato approfondito dal Dott.re Roberto Tuorto, Direttore del Banco Alimentare della Campania, che nella sua relazione ha illustrato diverse esperienze maturate nel corso degli anni dal Banco nelle sue attività di gestione, recupero e distribuzione del cibo. Il Banco Alimentare è attivo sul territorio a supporto di più di due milioni di persone che nel nostro Paese vivono sotto la soglia di povertà, immettendo in una filiera controllata gli sprechi dell’industria alimentare, e, contestualmente, educando i consumatori alla cultura della responsabilità.

Il nostro cibo non viene solo dall’agricoltura ma anche dagli allevamenti, e il settore zootecnico rappresenta un tassello fondamentale della nostra alimentazione. Le questioni relative alle strategie di recupero del cibo e della lotta allo spreco alimentare da questo punto di vista sono state affrontate dal Prof.re Orlando Paciello, Ordinario di Patologia Generale ed Anatomia Patologica Veterinaria presso il Dipartimento di Medici Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Presidente dell’Ordine dei medici Veterinari della Provincia di Salerno. L’intervento si è soffermato sull’analisi delle conseguenze della legge Gadda e sulla lunga esperienza che lega i Medici Veterinari al Banco Alimentare, sul tema della prevenzione strutturale delle eccedenze e sull’importanza delle produzioni locali e degli orti urbani come esempi di valorizzazione del territorio e autoproduzione per autoconsumo.





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