di Raffaele Bove – Direttore tecnico del Cervene
La prima edizione e pubblicazione dell’ “Ombrello della Sanità Pubblica Veterinaria” di A. Mantovani e coll. risale al 1993. L’ “Ombrello della One Health”, sviluppato dai networks ‘One Health Sweden’ e ‘One Health Initiative’, è stato illustrato per la prima volta nel 2014. Nel 2020, con delibera di giunta della Regione Campania, il CERVENE da Centro Regionale di Riferimento Veterinario per le emergenze non epidemiche diventa Centro regionale per la prevenzione e gestione delle emergenze. dando particolare rilievo ai contenuti e alla missione dell’Agenda 2030. Anche il logo viene modificato, integrando a quello precedente la ruota dei 17 obiettivi. Nei vari numeri della rivista “IL CERVENE”, abbiamo più volte ricordato che la disastrologia veterinaria nasce nel 1980, quando il Direttore Generale dei servizi veterinari propone il Professore Adriano Mantovani per l’organizzazione dei soccorsi e il riavvio delle attività veterinarie in Irpinia. Nel primo riquadro, una delle gocce di pioggia raffigurate nell’“Ombrello della Sanità Pubblica Veterinaria” di A. Mantovani rappresenta il ruolo delle emergenze veterinarie non epidemiche nella SPV. Ricordo ancora oggi, con immenso piacere, le numerose e interessanti discussioni e riunioni presso l’Istituto Superiore di Sanità, dove era al tempo ubicato il Centro di collaborazione OMS/FAO, sul ruolo della Sanità Pubblica Veterinaria nella società. In un’intervista, Mantovani affermava: “se esaminiamo la storia della Sanità Pubblica Veterinaria notiamo la sua dinamicità, che è stata sempre “figlia del suo tempo”, adattandosi alle varie esigenze della società: sanità, economia, alimentazione, ambiente, coesistenza con gli animali ecc”.
In merito al ruolo della Sanità Pubblica Veterinaria nella società, Umberto Agrimi scrive di Adriano Mantovani: “è certamente tra i grandi Maestri della Sanità Pubblica Veterinaria, disciplina che ha saputo declinare nelle sue diverse forme, da quelle più tradizionali a quelle più innovative, e amalgamare in un unicum che quasi per naturale evoluzione ha trovato il suo completamento nella visione della “medicina unica” (One Health, One Medicine). Questo concetto per Mantovani era ben lungi dall’essere soltanto un paradigma teorico, una forma di compiacimento culturale. L’epidemiologia, il controllo delle zoonosi e delle malattie infettive, l’igiene urbana veterinaria, l’educazione sanitaria e l’azione veterinaria nelle emergenze sono stati per lui argomenti di studio e ricerca ma soprattutto strumenti di azione a garanzia di quella salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente che rappresenta oggi l’orizzonte strategico delle società avanzate. Nel 1980, in occasione del terremoto dell’Irpinia, partì per partecipare al coordinamento dei servizi veterinari delle aree colpite. Questa esperienza gettò le basi per la realizzazione, due anni dopo, delle linee guida dell’OMS in caso di emergenze non epidemiche e si è operativamente tradotta, nell’ambito del Servizio di Protezione Civile, in quella che oggi è l’attività veterinaria nella medicina delle catastrofi”.
È quindi evidente come l’evoluzione dell’“Ombrello della Sanità Pubblica Veterinaria” all’ “Ombrello sulla One Health” sia stato un passaggio naturale e fisiologico. Il pensiero di Mantovani, già all’inizio degli anni 90, aveva impegnato un gruppo di giovani laureati a una formazione multiprofessionale e multidisciplinare.
Nel passaggio dall’“Ombrello sulla One Health” all’ “Ombrello sull’Agenda 2030” dobbiamo, invece, essere protagonisti attivi. In quanto “figlia del suo tempo”, la Sanità Pubblica Veterinaria, come diceva A. Mantovani, si adatta alle esigenze della società. In quest’ottica, da due anni la linea editoriale della rivista è stata caratterizzata dal motto “Agenda 2030, per una prevenzione sostenibile”.
Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 ha, infatti recepito dall’Agenda 2030 l’approccio combinato, in cui tutti gli obiettivi tengono conto degli aspetti economici, sociali e ambientali e mirano a porre fine alla povertà, restituire la dignità alle persone e, nel contempo, a preservare la natura e l’ambiente. La Dichiarazione di Ostrava sottolinea la necessità di rafforzare l’impegno a livello internazionale e nazionale per migliorare le strategie di protezione dell’ambiente e prevenire/eliminare gli effetti avversi, i costi e le disuguaglianze delle condizioni che impattano sull’ambiente e sulla salute. La Dichiarazione riconosce che il benessere delle popolazioni è strettamente legato agli obiettivi dell’Agenda 2030 e agli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015 che, necessariamente, devono far parte integrante di una strategia su “Sanità Pubblica Veterinaria”. Recepire i principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 nelle attività di prevenzione, richiede l’adozione di un approccio trasversale e piani di azione di lunga durata che, attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori territoriali, riescano ad assicurare resilienza e circolarità nella mitigazione dei rischi. Adottare nella propria prassi quotidiana questo nuovo paradigma vuol dire agire in un’ottica di prevenzione sostenibile, adottando un approccio olistico per la costruzione di una risposta integrata a problemi complessi.
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