Di Alessandra Tesone
L’Ordine dei Medici Veterinari di Salerno, venerdì 5 novembre 2021, ha ospitato il terzo degli incontri dedicati all’Agenda 2030: per una prevenzione sostenibile. Quest’ultimo incontro ha trattato l’Obiettivo 3 – Salute e benessere: assicurare la salute e il benessere per tutti e tutte le età. I relatori intervenuti hanno esplorato in maniera diversificata, seppur unitaria il concetto One health.
La dott.ssa Mulas, vicepresidente della FNOVI Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, ha aperto l’incontro trattando le numerose problematiche, presenti e future, derivanti dal depauperamento delle risorse da cui dipendiamo, negli anni sempre più sfruttate e inquinate. Ribadendo la necessità di un cambiamento di rotta, in vista dell’aumento della popolazione mondiale, tra l’altro sempre più esigente e attenta alla scelta degli alimenti e alle modalità di produzione. A tal proposito, benessere animale, trasparenza, tracciabilità e km 0 risultano anche concetti alla base della valorizzazione dei luoghi e delle professionalità che lavorano in questi ambiti. La prospettiva di una maggiore integrazione di Novel food ha infine posto le basi per una possibile risposta tangibile e sostenibile a tante delle criticità proposte.
La parola è poi passata al dott. Francescantonio D’Orilia che ha ispirato un interessante dibattito sull’importanza del perseguire gli obiettivi dell’Agenda in maniera corale, per gettare le fondamenta di un vero e proprio cambiamento culturale. A questo si è riallacciato il dott. Raffaele Bove che con uno sguardo al passato ha evidenziato l’evoluzione degli obiettivi che oggi compongono l’Agenda, ma che da sempre sono centrali nell’operato per la salvaguardia della salute e del benessere collettivo.
A chiudere la giornata è stato il Dott. Giorgio Smaldone che ha riportato l’attenzione sulla stretta connessione tra cibo e benessere, con un focus sui prodotti della pesca sempre più consumati grazie alle loro proprietà nutrizionali. Sono state evidenziate le criticità legate al crescente consumo dei prodotti della pesca, tenendo conto di bioaccumulo e biomagnificazione, parassiti, virus e batteri, ma anche di problematiche relative a microplastiche ed inquinanti derivanti dalle attività antropiche. In tal senso sono proprio gli organismi marini filtranti come i molluschi bivalvi che ci possono aiutare a valutare la qualità delle acque e del pescato funzionando da sentinelle ambientali a tutela della nostra sicurezza, proprio come un tempo i canarini nelle miniere.
L’intervento della Dottoressa Daniela Mulas
Lascia un commento