di Alessandra Tesone
Venerdì 3 dicembre si è svolto il consueto incontro dell’Agenda 2030 che ha trattato l’obiettivo 7: energia pulita e accessibile. Anche in questo caso i relatori intervenuti hanno proposto informazioni specialistiche acquisite, oltre che nuovi spunti in grado di indirizzare verso scelte sostenibili.
Il prof. Siano, col supporto di grafici e dati molto esaustivi, ha tracciato una curva di urbanizzazione negli anni, mostrando il forte incremento in relazione l’aumentare della popolazione mondiale, e l’influenza più o meno negativa sull’ambiente. Un numero maggiore di persone associato alla forte innovazione tecnologica, ormai sempre più alla portata di tutti, rende necessario l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e poco impattanti per sostenere la domanda. Ad esempio, per il concetto di “smart city”, ovvero città basata sull’uso di dispositivi interconnessi tramite rete internet, si è esplorata la realtà di Masdar City, costruita dal governo di Abu Dhabi e basata principalmente sull’uso di fonti rinnovabili, costituite in massima parte da pannelli fotovoltaici che sfruttano l’enorme risorsa presente in quei territori: il sole. Grazie a questa fonte rinnovabile ed inesauribile la città riesce a coprire, infatti, circa il 15-20% delle proprie esigenze.
I grandi agglomerati urbani si portano dietro enormi richieste energetiche, idriche, di materie prime, oltre che la necessità di un corretto smaltimento dei rifiuti inevitabilmente prodotti. È proprio da questo ultimo punto che il dott. Piegari ha iniziato la sua relazione: ciò che spesso viene considerato scarto, in realtà può avere una seconda vita. Residui forestali, scarti dell’industria di trasformazione del legno, scarti delle aziende zootecniche e rifiuti solidi organici, oltre che i sottoprodotti di origine animale sono considerati biomassa, ovvero materia organica da cui, tramite opportuna lavorazione, è possibile produrre biogas. Dopo un primo approccio alle energie rinnovabili, l’autoproduzione di biogas, e lo sfruttamento di materie di scarto come materie prime ha costituito il cuore dell’intervento, insieme alla gestione dei sottoprodotti di origine animale come importante risorsa per la sostenibilità.
L’intervento del dott. Buonomo di Legambiente ha chiuso la giornata, e ha stimolato i partecipanti verso un interessante confronto riguardante le tematiche trattate. Nel più ampio contesto energetico ha trovato spazio l’importanza della valorizzazione del mercato interno e delle piccole realtà. E, il modello di economia circolare che ha già trovato impiego nella grande industria con utilizzo di rifiuti, materiali post consumo e scarti industriali, è stato riproposto come opportunità per i piccoli centri di dare il via ad una necessaria reindustrializzazione ecologica.
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