Di Giovanni Di Guardo, Patologo Veterinario, già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo
I casi umani di encefalite da “West Nile virus” (WNV) recentemente accertati in Emilia-Romagna ed in Veneto – due dei quali ad esito fatale in altrettanti pazienti anziani – impongono una seria riflessione, non limitata esclusivamente al virus anzidetto, ma più in generale all’ecologia ed all’epidemiologia delle infezioni veicolate da artropodi. Si tratta di un folto gruppo di agenti patogeni, virali (virus Zika, virus della Dengue e della febbre gialla, virus delle encefaliti da zecche, etc.), batterici (Ehrlichia spp.) e protozoari (Leishmania spp., Plasmodium malariae, Trypanosoma spp., etc.), il cui ciclo biologico si svolge parzialmente in un ospite invertebrato (insetto o zecca), che acquisirebbe la noxa biologica in questione da un ospite animale o umano infetto, per ritrasmettere a sua volta la stessa ad un nuovo ospite suscettibile. Nel caso di WNV, che nel 1998 sarebbe comparso per la prima volta in Italia, rendendosi responsabile di una serie di casi di encefalomielite equina in Toscana (Cantile et al., 2000), sarebbero le zanzare del genere Culex (Culex pipiens, in particolare) a rappresentarne i principali vettori. E’ notizia di questi giorni, infatti, l’avvenuta identificazione del virus in pool di zanzare catturate in Veneto.
Gli agenti responsabili di infezioni veicolate da artropodi costituirebbero all’incirca i due terzi di quelli responsabili delle cosiddette “malattie infettive emergenti”, il 70% e più dei quali trarrebbe origine, a sua volta, da uno o più serbatoi animali (Casalone & Di Guardo, 2020). Complice il progressivo surriscaldamento atmosferico cui stiamo assistendo, come eloquentemente testimoniato dal fatto che i 7 anni compresi fra il 2015 e il 2021 sono stati quelli in cui si sono registrate, nel corso degli ultimi 140 anni, le più alte temperature a livello planetario, la capacità e l’efficienza vettoriale degli artropodi nei confronti di molti agenti infettivi verrebbero esaltate. Ciò in quanto i mesi autunno-invernali vengono superati dagli insetti e dalle zecche, oggigiorno, in maniera ben più agevole rispetto agli anni passati, con il conseguente “svernamento” (“overwintering”) che si tradurrebbe, a sua volta, in una riduzione dei tempi di maturazione delle diverse noxae biologiche nell’organismo dei rispettivi artropodi vettori (“extrinsic incubation period”).
Un ulteriore, inconfutabile elemento probatorio sarebbe costituito, in proposito, dalla più o meno recente identificazione di casi d’infezione da Leishmania spp. nella popolazione canina del Regno Unito (McKenna et al., 2019), così come di numerosi casi d’infezione da sierotipo 8 di “Bluetongue virus” (BTV) fra i ruminanti domestici dei Paesi Bassi, del Belgio, della Germania e di altri Paesi nord-europei (Carpenter et al., 2009). Queste evenienze, infatti, ben più difficilmente si sarebbero potute realizzare negli anni precedenti, in cui le rigide quanto persistenti temperature proprie dei mesi invernali avrebbero seriamente ostacolato l’overwintering di pappataci e culicoidi, vettori rispettivamente di Leishmania spp. e di BTV.
Alla luce di quanto sin qui esposto e considerato altresi’ il documentato potere zoonosico di molti agenti responsabili di infezioni veicolate da artropodi, il leitmotiv al quale dovrebbe ispirarsi una corretta gestione di tali evenienze – anche e soprattutto in termini di “capacità predittiva” nei confronti delle medesime – e’ l’approccio “One Health”, da perseguire mediante la multidisciplinarieta’, la sinergia ed il confronto permanente fra tutte le figure professionali coinvolte, prime fra tutte ovviamente quelle di Medici e Veterinari.
Bibliografia
1) Cantile C, Di Guardo G, Eleni C, Arispici M. (2000). Clinical and neuropathological features of West Nile virus equine encephalomyelitis in Italy. Equine Veterinary Journal 32: 31-35. doi: 10.2746/042516400777612080.
2) Carpenter S., Wilson A., Mellor P.S. (2009). Culicoides and the emergence of bluetongue virus in northern Europe. Trends in Microbiology 17:172-178. doi: 10.1016/j.tim.2009.01.001.
3) Casalone C., Di Guardo G. (2020). Covid-19 and mad cow disease: So different yet so similar. Science (e.Letter), April 06, 2020. https://www.science.org/do/10.1126/comment.742365.
4) McKenna M., Attipa C., Tasker S., Augusto M. (2019). Leishmaniosis in a dog with no travel history outside of the UK. Veterinary Record 184:441. doi: 10.1136/vr.105157.
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