di Raffaele Bove
Il 6 marzo del 2012 ci lasciava il Prof. Adriano Mantovani.
Il CERVENE – Centro regionale per la Prevenzione e Gestione delle Emergenze, il suo approccio e la sua rivista sono dedicati al Professore Mantovani. Tutta la produzione editoriale – dai quaderni di Sanità Pubblica, ai fumetti e alle mostre – sono orientati sul “Mantovani pensiero”.
Mantovani manca. Le sue intuizioni, il suo metodo, il suo approccio – che hanno forgiato generazioni di veterinari e operatori della Sanità Pubblica – non possono limitarsi a restare nei ricordi e nelle nostre storie professionali. Oggi, più che mai, il nostro compito è quello di far conoscere alle nuove generazioni l’esperienza e l’insegnamento che hanno caratterizzato la “Scuola e il Mantovani pensiero”.
Alla domanda “Cosa direbbe oggi Mantovani?”, il professore Romano Marabelli aveva risposto: «Adriano Mantovani avrebbe molto da dire su questi argomenti e le sue riflessioni rappresenterebbero, come sempre un contributo decisivo. Aveva la capacità di riuscire a capire che la professione veterinaria avrebbe avuto una evoluzione soprattutto all’interno della società, la visione di quello che sarebbe accaduto nel futuro. Aveva una visione politica della veterinaria, nel senso più ampio del termine».
In questo numero, dedicato al Professore Mantovani, abbiamo voluto raccogliere contributi, documenti, ricerche, foto, ricordato episodi che hanno segnato la storia della veterinaria italiana. Si tratta, quindi, di un’occasione per riflettere sulla personalità poliedrica del Professore e per affrontare le nuove sfide della Sanità Pubblica in un’ottica di One Health, come intuito anni prima dal Professore. Oggi riteniamo ci sia bisogno di ricordarlo, perché della sua figura e del suo esempio si parla poco tra i giovani. Nelle nuove generazioni di studenti veterinari, quegli studenti a cui tanto Mantovani aveva dato, dedicando parte della sua vita e delle sue attività, il suo esempio è ancora poco noto e scarsamente seguito. Non solo dal punto di vista tecnico-scientifico, non solo nell’ambito della disastrologia veterinaria o ancora meglio nelle emergenze veterinarie non epidemiche, ma in primo luogo è poco nota la sua capacità strategica e il suo pensiero ideale, di relazionare la professione del medico veterinario con la società, la politica, con una visione ideale di benessere e giustizia sociale.
Dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, sicuramente quello più coerente alla storia di Mantovani, è l’Obiettivo 13 “Cambiamenti climatici, disastri naturali, cooperazione allo sviluppo sostenibile e solidarità internazionale” che ha lo scopo di sensibilizzare la società civile al rispetto dell’ambiente per mitigare il più possibile gli impatti negativi legati al cambiamento climatico. Anche il CERVENE ha deciso di promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico. Gli adempimenti necessari all’attivazione e al funzionamento del CERVENE, così come contemplati nel Protocollo d’Intesa 2020/2025, danno particolare rilievo alla coerenza tra le finalità del CERVENE stesso e i contenuti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con un’attenzione particolare all’obiettivo 13 “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico” e al target 13.3 “Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva”.
Il nostro auspicio è che il Prof. Adriano Mantovani, per i lavoro svolto e l’impatto avuto sui territori, riceva dal Ministero della Salute la Medaglia al merito della Sanità pubblica, riconoscimento attribuito a persone fisiche che si sono particolarmente distinte in occasione di gravi epidemie o gravi calamità. Ricordiamo che Mantovani ha nel suo bagaglio formativo sia esperienze nella gestione dell’emergenze epidemiche che in quelle non epidemiche.
Con questo numero straordinario, abbiamo voluto condividere con voi alcuni contributi pervenuti sul “Mantovani pensiero”. Altri saranno prensenti nel prossimo numero. Molti altri in tutto il nostro lavoro…affiché il “Mantovani pensiero” continui a vivere. Leggendo le esperienze e le emozioni di chi ha conosciuto e lavorato negli anni con il Prof. Mantovani, ci si accorge dell’ eterogeneità delle narrazioni. Ognuno ha un proprio ricordo e una propria impressione dell’uomo, del veterinario, dell’ideologo, dello scienzato. Dote rarissima, ma presente nel Professore Mantovani, era quella di saper cogliere la specificità dei suoi interlocutori/collaboratori e, su questo, costruiva un peculiare rapporto umano e professionale. Il lettore, in questo numero, può, quindi, cogliere questo: sebbene tutti abbiano in comune tra di loro un vissuto ultradecennale con il “Prof”, non ci sono testimonianze simili o sovrapponibili, ma ognuno ha fatto parte di un percorso relazionale e culturale unico ed esclusivo con il Mantovani pensiero. Ci piace credere che questa sua capacità di cogliere e di intuire l’altro nel profondo traesse spunto dalla civiltà contadina da cui lui proveniva e di cui andava molto fiero.
Lascia un commento