di Ten. Col. CC RT (vet.) Samuele PULZE – Capo della 1^ Sezione del Servizio per la Veterinaria del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – Dipartimento per l’Organizzazione Sanitaria e Veterinaria.
Ricorre oggi, 7 giugno 2023, la Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2019 e, pertanto, giunta al suo 5° Annuale; la sua genesi è da ricercare nella volontà di sensibilizzare la popolazione sui rischi derivanti da una cattiva gestione della filiera agro-alimentare, specialmente in termini di malattie trasmissibili attraverso il consumo di cibo microbiologicamente e/o chimicamente non conforme (MTA), al fine di plasmare una mentalità fondata sulla prevenzione.
I numerosi e frequenti focolai di listeriosi di origine alimentare che dal 2022 attraversano tutta l’Unione Europea, Italia compresa, unita alle stime annuali di circa 600 milioni di persone in tutto il pianeta che contraggono malattie di origine alimentare (salmonellosi e campylobatteriosi su tutte), dimostrano che il livello di attenzione da parte dei professionisti del settore non può e non deve subire flessioni di alcun genere.
Ma quando effettivamente possiamo definire un alimento “sicuro”? Una valida risposta ci viene fornita dal “Libro Bianco sulla sicurezza alimentare” del 12 gennaio 2000, successivamente mutuata dal Regolamento CE n. 178/2002, individua come “sicuri”, per deduzione positiva, gli alimenti che non sono a rischio, in quanto “gli alimenti a rischio non possono essere immessi sul mercato” (art. 14, co. 1), specificando che “gli alimenti sono considerati a rischio nei casi seguenti: a) se sono dannosi per la salute; b) se sono inadatti al consumo umano” (art. 14, co. 2).
Al riguardo, poi, è importante evidenziare che in lingua italiana viene tradotta come “sicurezza alimentare” la doppia accezione anglosassone di “food safety” e di “food security”: mentre la prima definisce la sicurezza quale garanzia di conformità degli aspetti igienico-sanitari dell’alimento, la seconda la interpreta quale accesso, disponibilità ed effettiva presenza di cibo. Questa seconda accezione, consente una diretta correlazione con l’Obiettivo n. 2 dell’Agenda 2030 “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile”: garantire a tutte le persone, in primis i poveri e le fasce della popolazione più vulnerabili, un accesso a cibo con idonei requisiti nutrizionali e in quantità sufficiente riverbera necessariamente sulla salute, prevenendo l’insorgenza di malattie infettive, spesso letali in contesti fragili dal punto di vista dell’assistenza sanitaria.
Ecco, dunque, che assicurare la Sicurezza Alimentare diventa un aim fondamentale per la moderna medicina veterinaria preventiva e per il medico veterinario igienista, non più vincolati a una “nicchia” professionale, bensì proiettati nell’approccio “One Medicine – One Health”. Le sfide sono numerose, da quelle tradizionali a quelle nuove, conseguenza diretta dei cambiamenti climatici indotti dalla specie invasiva “uomo”, capace di sconvolgere la biosfera e i suoi assetti, in una cieca inconsapevolezza che la salubrità dell’ambiente, come pionierizzava Ippocrate a cavallo tra il V e il IV sec. a.C., sono indissolubilmente legate al benessere di tutti i suoi attori: il riemergere di agenti patogeni, l’aumento progressivo del riscontro di contaminanti chimici di origine biologica (micotossine e biotossine marine su tutti), le sempre più frequenti evidenze scientifiche sugli effetti cancerogeni determinati dai metalli pesanti e dall’acrilammide ingeriti per via alimentare testimoniano l’intimo e fragile equilibrio che governa la natura. Nostro compito, nella rinnovata veste del ruolo rivestito, è quello di “informare” per “formare”, attraverso un linguaggio chiaro, leale e comprensibile, attraverso la profilassi e le misure preventive, attraverso, soprattutto, la consapevolezza che Sicurezza Alimentare, intesa anche quale comportamento virtuoso di contrasto al fenomeno dello “spreco alimentare”, significa tutelare sia la salute dell’essere umano, sia quella della nostra Madre Gaia.
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