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13 Dicembre 2023
Ricorrenza: Terremoto di Santa Lucia - Sicilia 199013 Dicembre 2023 Ricorrenza ![]() Il terremoto di Carlentini del 1990, o terremoto di Augusta, fu un evento sismico che si verificò alle ore 01:24 del 13 dicembre 1990 interessando un'ampia area della Sicilia sud-orientale, approssimativamente quella del Val di Noto. È anche noto come terremoto di Santa Lucia poiché si verificò in occasione della festività della patrona di Siracusa, Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre. Colpì maggiormente aree abitate in provincia di Siracusa, Catania e Ragusa. Nell'area si era svolta poco tempo prima una esercitazione che simulava un terremoto di massimo grado, con 500 vittime su un'area di circa 40 km². La macchina dei soccorsi si mosse tuttavia con difficoltà e lentezza esasperante. Il sostituto procuratore della Repubblica di Siracusa avviò alcuni giorni dopo il sisma un'indagine conoscitiva per appurare se i soccorsi fossero stati tempestivi la notte del 13 dicembre. Per far fronte all'emergenza abitativa, nell'area delle dismesse saline di Augusta, vennero installati dei containers per 7 000 senzatetto. La Croce Rossa istituì tre nuovi campi di assistenza a Scordia, Militello e Palagonia in seguito ai nuovi danni alle abitazioni aggiuntisi dopo le scosse del 16 dicembre. |
14 Dicembre 2023
Ricorrenza: Eruzione dell'Etna del 1991-199314 Dicembre 2023 Ricorrenza ![]() Il 14 dicembre 1991 ebbe inizio la più lunga eruzione del XX secolo (473 giorni), con l'apertura di una frattura eruttiva alla base del cratere di Sud-est, a quote da 3100 m a 2400 m s.l.m. in direzione della Valle del Bove. L'esteso campo lavico ricoprì la zona detta del Trifoglietto e si diresse verso il Salto della Giumenta, che superò il 25 dicembre 1991 dirigendosi verso la Val Calanna. La situazione venne giudicata pericolosa per la città di Zafferana Etnea e pertanto venne messa in opera una strategia di contenimento concertata tra la Protezione civile e il Genio dell'Esercito. In venti giorni venne eretto un argine di venti metri d'altezza che, per due mesi, resse alla spinta del fronte lavico. La tecnica dell'erezione di barriere in terra per mezzo di lavoro ininterrotto di grandi ruspe ed escavatori a cucchiaio si rivelò efficace anche nel tentativo di salvataggio del rifugio Sapienza nel corso dell'eruzione 2001, ed è stata oggetto di studio da parte di équipe internazionali, tra le quali di tecnici giapponesi. Tuttavia tali azioni non furono risolutive per arrestare il fronte lavico; furono pertanto impiegati gli incursori della Marina Militare che operarono sul canale di scorrimento lavico principale, a quota 2200 m, con impiego di cariche esplosive speciali per intercettare il flusso lavico deviandolo verso l'interno della valle del Bove allo scopo di abbassare la pressione del fronte di lava più avanzato. L'operazione, perfettamente riuscita, richiese l'utilizzo di esplosivo plastico C4 pari a 7 tonnellate e 30 cariche cave fatti esplodere in rapidissima successione. |
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28 Dicembre 2023
Ricorrenza: Terremoto di Messina - 190828 Dicembre 2023 Ricorrenza ![]() Il terremoto di Messina del 1908 (citato in letteratura scientifica come terremoto della Calabria meridionale-Messina o anche come terremoto calabro-siculo) è considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. Il sisma, di magnitudo 7,1 Mw, si verificò alle ore 5:20:27 (ora locale) del 28 dicembre 1908 e danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria nell'arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese persero la vita. Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d'uomo, e del disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici. Lunedì 28 dicembre 1908 un terremoto di 7.1 Mw (XI Mercalli) si abbatté violentemente sullo Stretto, colpendo Messina e Reggio nella primissima mattinata (5:20 ora locale circa). Uno dei più potenti sismi della storia italiana aveva quindi colto la regione nel sonno, interrotto tutte le vie di comunicazione (strade, ferrovie per Palermo e Siracusa, tranvie per Giampilieri e Barcellona, telegrafo, telefono), danneggiati i cavi elettrici e le tubazioni del gas, e sospeso così l'illuminazione stradale fino a Villa San Giovanni e a Palmi. Con lo strascico di un maremoto, l'evento devastò particolarmente Messina, causando il crollo del 90% degli edifici. Una recente tesi sostiene che in realtà il maremoto successivo al terremoto sia stato causato da una frana sottomarina e non direttamente dal sisma[10], frana da posizionarsi, sempre secondo gli stessi studi, tra lo specchio d'acqua di fronte a Giardini Naxos e quello prospiciente il quartiere "Pozzo Lazzaro" di Santa Teresa di Riva. |
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